Intervista a Barbati, Associazione Medici di Famiglia Volontari per le Emergenze

Intervista a Domenico Barbati, presidente dell'AMFE, Associazione Nazionale Medici di Famiglia Volontari per le Emergenze: programma di georefertazione delle persone fragili

La redazione di Abili a proteggere ha intervistato il 22 maggio Domenico Barbati, presidente di AMFE, Associazione Nazionale Medici di Famiglia Volontari per le Emergenze e medico di medicina generale presso l'Asl 201 L'Aquila Avezzano Sulmona. L'associazione AMFE nasce nel 2011 sotto il patrocinio della FIMMG, Federazione Italiana Medici di Medicina Generale, ed è inserita nella Consulta Nazionale di Protezione Civile quale struttura atta a garantire il supporto professionale dei Medici di Famiglia in interventi emergenziali sul territorio nazionale ed internazionale, in stretta collaborazione con la Protezione Civile nazionale e locale e con le associazioni di volontariato. L’obiettivo principale dell’Associazione è quello di costituire una forza di pronto impiego, in grado di mobilitarsi ed intervenire nel minor tempo possibile per la gestione della post emergenza ed in generale in ogni attività di Protezione Civile. Di seguito l'intervista a Domenico Barbati, presidente dell'Associazione Nazionale Medici di Famiglia Volontari per le Emergenze.

Quali richieste più frequenti avete ricevuto dal territorio, chi sono le persone che si sono rivolte a voi?

Si sono rivolti a noi principalmente tutti i nostri pazienti in quanto il medico di medicina generale è il primo avamposto del sistema sanitario nazionale. Come medici siamo stati sempre aperti con i nostri studi e abbiamo risposto alle diverse esigenze di cura, soprattutto per i malati cronici, nonché di triage per quelle persone che erano paucisintomatiche oppure si prospettavano di avere una patologia febbrile o una dispnea, sempre in collegamento con le nostre Asl e i nostri distretti per poi prendere le decisioni su come indirizzare queste persone. Abbiamo dato la nostra disponibilità sia a livello regionale, che a livello nazionale, che a livello locale. Devo evidenziare che a livello nazionale, il nostro coinvolgimento, è stato molto limitato perché, essendo un presidio del territorio, non potevamo lasciare i nostri pazienti.

Avete avuto richieste particolari da persone con disabilità?

Certamente, siamo stati noi stessi che abbiamo invitato sia la Asl che i Comuni dove operiamo a mettere in atto delle misure per agevolare queste persone soprattutto per quanto riguarda la consegna dei farmaci e di cibo e in questo è stato di grande supporto la Croce Rossa Italiana e tutti i volontari che afferiscono ai vari Comuni che si sono subito prodigati per consegnare i farmaci e per dare assistenza alle persone fragili.

Noi abbiamo un programma di georefertazione delle persone fragili che ci avrebbe consentito l'individuazione di quelle persone che effettivamente avevano bisogno e quindi avremmo potuto con più precisione distribuire le nostre energie a favore di questi. Questo non è stato possibile, però ci siamo attivati con i C.O.C., che hanno recepito la Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 7 gennaio 2019 (Concorso dei medici delle Aziende Sanitarie Locali nei Centri Operativi Comunali ed Intercomunali, l’impiego degli infermieri ASL per l’assistenza alla popolazione e la Scheda SVEI per la valutazione delle esigenze immediate della popolazione assistita), coinvolgendo i medici di medicina generale nella gestione di questa emergenza sanitaria. 

Eravate, quindi, già preparati a rispondere alle necessità delle persone più vulnerabili?

Sì, noi siamo sempre preparati perché il medico di medicina generale, lo ricordo, è l'unico sanitario che conosce a 360 gradi la situazione del paziente, tant'è che è l'unico che entra dentro le case del paziente, quindi conosce sia la situazione sanitaria, ma anche la situazione sociale ed ha le capacità di poter gestire le emergenze anche dal punto di vista sociale indirizzando quelle che sono poi le specifiche mansioni di volontari o di altre associazioni che possono favorire queste persone con le fragilità.

Pensate di promuovere il programma di georefertazione, per far sì che in futuro si possa usare?

Certamente, il nostro programma di georefertazione delle persone fragili comporta che ogni medico segnali agli organi di protezione civile, soprattutto comunali, le persone che hanno delle fragilità, per cui, se vi sono delle situazioni particolari di emergenza, queste persone possono far fronte alle proprie esigenze perché è un elenco che è sempre rinnovato. Io mi sto battendo da diversi anni perché questo programma sia utilizzato anche a livello regionale, spero che questa emergenza Covid getti le basi per mettere a punto il programma e di farlo funzionare.

Si sentirebbe di dare un consiglio, indicare qualche buona prassi? 

La buona prassi è quella che è comune a tutti, cioè di tener presente le norme d'igiene, il distanziamento sociale, lavarsi sempre le mani e portare la mascherina quando si è nei luoghi chiusi e soprattutto quando si è a contatto con la popolazione. Noi medici di medicina generale siamo sempre al fianco di tutti i nostri assistiti e di tutti gli italiani, non abbiamo mai chiuso i nostri studi. Certamente adesso promuoviamo delle azioni differenti: per esempio si accede allo studio soltanto su prenotazione, abbiamo la facoltà di inviare le ricette non solo via mail, ma anche tramite una telefonata perché facciamo riferimento al numero di ricetta elettronica, il paziente con questo numero e con la propria tessera sanitaria si reca in qualsiasi farmacia del territorio e può prendere il farmaco senza recarsi da noi.

Per le persone che hanno più problematiche oppure ci rappresentano una problematica specifica, noi siamo in contatto con le Unità Speciali di Continuità Assistenziale, le Usca, il nostro braccio operativo: se il paziente accusa febbre, dispnea, tosse, la visita viene effettuata dai colleghi, che hanno tutti i dispositivi di prevenzione individuale. Dopo la visita, ci riportano quello che hanno notato, quindi si rapportano con noi e noi insieme a loro cerchiamo di dare la terapia o, se c'è necessità, di fare un tampone e forniamo tutte le indicazioni per curarsi al meglio. Tutto questo senza lasciare indietro i pazienti cronici dai quali naturalmente ci rechiamo direttamente a casa e li visitiamo qualora ci fosse la necessità.

L'intervista è disponibile nella versione integrale e sottotitolata sul nostro canale youtube Abili a proteggere. Niente di Speciale è la sezione del sito dedicato alle interviste della redazione Abili a proteggere, perché non esistono bisogni speciali ma specifiche necessità

Ringraziamo il dott. Domenico Barbati, presidente dell'AMFE, Associazione Nazionale Medici di Famiglia Volontari per le Emergenze. 

Link utili: AFME, Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 7 gennaio 2019

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