Coronavirus, disabilità, volontariato: intervista a Fabrizio Pregliasco ANPAS

Fabrizio Pregliasco ai microfoni di Niente di Speciale: quali richieste sono arrivate al mondo del volontariato da parte della popolazione vulnerabile? Quali i bisogni più frequenti?

La Redazione di Abili a proteggere ha intervistato il 14 maggio Fabrizio Pregliasco, virologo e presidente dell'Anpas, Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze. Le pubbliche assistenze sono associazioni di volontariato nate a partire dal 1860. Anpas, grazie alle oltre 880 pubbliche assistenze presenti in 19 regioni, si occupa in primis di soccorso e servizi socio-sanitari e di protezione civile. Si seguito l'intervista disponibile in versione sottotitolata sul canale Youtube di Abili a proteggere. 

Quali richieste avete ricevuto e da quale tipologia di popolazione vulnerabile?

Sicuramente questa emergenza ha messo in evidenza un'esigenza di cambiare il nostro approccio. Come Anpas eravamo ormai stabilizzati nell'attività del 118 e di protezione civile, invece, così come sono cambiati tantissimi aspetti organizzativi e anche di pensiero, le nostre associazioni, a seconda dei territori, hanno cercato di far fronte a bisogni emergenti o anche contingenti: sicuramente quello dei trasporti, ma anche quella di rifornire di generi alimentari le persone, di un conforto, anche semplicemente di una connessione telefonica per gli anziani più soli, il recupero dei libri dalle scuole chiuse per gli studenti e anche trasporti necessari per bisogni di salute. Infatti, proprio il lockdown ha reso più difficile da parte dei familiari delle persone più fragili l'accompagnamento in ospedale o negli ambulatori aperti per gli interventi urgenti di cui le persone fragili hanno necessità.

Avete riscontrato particolari difficoltà dalla popolazione più vulnerabile?

Sì. Il messaggio che è arrivato era proprio un senso di solitudine e di difficoltà nel far fronte a bisogni quotidiani, cui i servizi in parte hanno potuto far fronte, ma in alcuni casi, come la chiusura dei centri diurni e strutture che servivano sia per l'animazione, ma anche per ridurre il carico assistenziale dei familiari, le risposte ai bisogni sono venute meno e quindi le specifiche necessità si sono acuite e appesantite.

Eravate preparati a rispondere alle necessità delle persone con disabilità?

È stata una scommessa, è stato un modo di esserci insieme come cittadini attivi, come persone che come sempre sono antenne dei bisogni nuovi ed emergenti. Questo ovviamente non sempre è facilissimo, non sempre è stato possibile rispondere al massimo, ma direi che abbiamo cercato di fare del nostro meglio.

Quale consiglio darebbe per affrontare il prossimo futuro?

La fase 2 sta iniziando molto velocemente, forse un po' troppo, ma è ovviamente un bisogno anche psicologico ed economico. Importante per i soggetti con disabilità è poter riprendere quella connessione che è un elemento che garantisce qualità di vita sulla base delle capacità relazionali residue in particolari delle persone con disabilità psicofisica o fragilità come nel caso degli anziani per alleviare il decadimento cognitivo. Questo è un elemento che ha creato grossi problemi per quanto riguarda anche la diffusione del virus nelle case di riposo e nelle strutture assistenziali e quindi dobbiamo tenerlo in considerazione come elemento di rischio rispetto a soggetti che hanno meno consapevolezza del rischio. Bisogna trovare una protesizzazione dell'ambiente, da parte dei familiari, delle associazioni di volontariato per la loro parte e delle strutture socio assistenziali, modalità per garantire la sicurezza dell'ospite, del paziente, della persona protagonista e dei propri familiari. Quindi gli aspetti igienici, gli aspetti di distanziamento sociale, che non sarà facile attuare complessivamente, dovranno essere in qualche modo interpretati rispetto ai bisogni e alle specificità dei singoli.

L'intervista è disponibile nella versione integrale e sottotitolata sul nostro canale youtube Abili a proteggere. Niente di Speciale è la sezione del sito dedicato alle interviste della redazione Abili a proteggere, perché non esistono bisogni speciali ma specifiche necessità

Ringraziamo il presidente di Anpas, Fabrizio Pregliasco, per la disponibilità dimostrata e Benedetta Brugagnoni per la collaborazione.  

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Link utili: Anpas - Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze

Fonte immagine: Anpas Piemonte