L’impegno della CRI ai tempi del Coronavirus: “Il Tempo della Gentilezza”

Intervista al Vice Presidente della Croce Rossa Italiana Rosario Maria Gianluca Valastro: quali i servizi e il supporto dedicati alle persone vulnerabili attivati dalla Croce Rossa Italiana durante l'emergenza Coronavirus?

La redazione di Abili a proteggere ha intervistato il 18 maggio il Vice Presidente e Consigliere Nazionale della Croce Rossa Italiana Rosario Maria Gianluca Valastro. L'Associazione della Croce Rossa Italiana, organizzazione di volontariato, ha per scopo l'assistenza sanitaria e sociale sia in tempo di pace che in tempo di conflitto. Posta sotto l'alto patronato del Presidente della Repubblica, la CRI fa parte del Movimento Internazionale della Croce Rossa. La CRI durante l'emergenza Coronavirus ha posto in essere attività senza sosta che ha coinvolto tutti i Comitati, soprannominata "Il Tempo della Gentilezza". Tra le azioni messe in atto sin dall'inizio di questa grave pandemia: termoscanner negli aeroporti, trasporti in bio-contenimento, lavoro nelle corsie degli ospedali al sostegno a tutte le fasce più vulnerabili della società attraverso la spesa e i farmaci, l’ascolto e il sostegno medico e psicologico. Di seguito l'intervista al Vicepresidente Valastro, disponibile anche sul nostro canale Youtube. 

Quali richieste più frequenti avete ricevuto e da quale tipologia di popolazione vulnerabile?

Le richieste più imponenti sono state quelle di avere la possibilità di poter continuare a vivere, quindi la spesa piuttosto che i farmaci da portare a casa alle persone sole, anziane o vulnerabili. Questa è stata la più grossa richiesta, che si è unita a quella consueta dei trasporti delle persone inferme o comunque in urgenza, perché anche le altre malattie, le altre tipologie di infortuni, di incidenti non sono certamente andate in pensione con il coronavirus. A questi abbiamo unito un'azione anche di supporto psicologico che è una disciplina, un'attenzione che già diamo ai nostri volontari e al nostro personale normalmente, anche quando si tratta di un'emergenza o un'attività particolarmente intensa, e che abbiamo chiaramente potenziato in questo periodo offrendolo anche ai cittadini, ma anche ad alcune categorie di personale particolarmente sotto pressione in servizio durante questi mesi.

I vari protocolli che avete attivato come stanno andando? Quali sono stati i risultati che avete riscontrato? 

Per i risultati avrei quasi voglia di rispondervi che il nostro riscontro sono i "grazie" che ci sono arrivati sotto forma di disegni, di sorrisi sotto le mascherine, di mancata pacca sulla spalla per il distanziamento fisico della persona anziana. Ci sono state tantissime manifestazioni di gentilezza che ci hanno ricambiato quella che è stata l'azione in questo periodo, che tra l'altro abbiamo ribattezzato come il "Tempo della Gentilezza". 

Le richieste sono avvenute in tantissimi modi e i riscontri sono stati altrettanto imponenti. I protocolli hanno funzionato soprattutto anche grazie ad una rete di Comitati di Croce Rossa territoriali, che ha lavorato in maniera davvero esponenziale. La Croce Rossa Italiana ha nel territorio circa 800 Comitati e un numero anche maggiore di sedi distaccate, dalla grande città al piccolo paesino, all'isola c'è una sede che riesce a prendersi cura delle persone, quindi siamo riusciti a portare avanti i protocolli che il Comitato nazionale cercava di confezionare con supporter, partner e con gli altri stakeholder in maniera tale da garantire a tutte le persone vulnerabili di potere superare questi momenti particolarmente duri.

Ci parla del "Tempo della Gentilezza"?

Il "Tempo della Gentilezza", come noi abbiamo ribattezzato il momento più forte dall'inizio della quarantena, è stato anche la risposta al fatto che all'inizio dell'emergenza sanitaria si diceva che il virus colpiva pochi e per lo più le persone anziane, come se le persone anziane o le persone più vulnerabili avessero una dignità minore da preservare. Per fortuna queste frasi sconnesse sono state poi del tutto dimenticate, ma noi avevamo risposto immediatamente che l'opera delle Croce Rossa Italiana, oltre all'opera di supporto sanitario che c'è stata e che continua a esserci nei pre-triage all'ospedale, negli aeroporti, adesso negli edifici pubblici e con le nostre ambulanze ad alto biocontenimento, avrebbe messo in campo un'importante azione di carattere sociale per prendersi cura dell'altro. Poi anche la comunicazione istituzionale è cambiata: alle prime informazioni anche delle emittenti radio televisive di stare a casa, di lavarsi le mani, si è aggiunto il messaggio di prendersi cura, per quanto possibile, anche di chi è vicino e di chi non può farcela. Questo cambiamento ci ha dato soddisfazione sul lavoro e che ha dato la giusta attenzione a tutti quanti. 

Attenzione che adesso non è finita. L'avvio della fase 2 non determina la cessazione del "Tempo della Gentilezza" o delle attività sociali, perché la crisi economico-sociale, che ci stiamo trovando a vivere e con cui molte categorie produttive stanno cominciando a interfacciarsi, è certamente qualcosa che porterà degli strascichi e quindi è necessario dare prova di altruismo. Un'immagine esemplificativa di questo è la mascherina chirurgica, altresì detta mascherina altruistica, che protegge in particolar modo gli altri, quindi più io la indosso più gli altri sono protetti, più gli altri la indossano più sarà protetto io, per cui la misura del mio altruismo si vede anche con la misura dell'altruismo degli altri. Secondo me sono piccole cose che possono sicuramente contribuire alla nostra comunità e alle nostre comunità territoriali per poter andare avanti meglio. Crisi significa rottura, ma significa anche opportunità, i greci, come mi hanno insegnato al liceo, la usavano proprio come sinonimo, allora prendiamo questa come un'opportunità di essere davvero vicini. Distanziamento fisico sì, ma vicinanza sociale.

Eravate preparati a rispondere alle necessità delle persone con disabilità?

Noi abbiano dei percorsi di formazione interni per preparare il nostro personale volontario anche ad attività sociali di base e dei corsi specialistici anche per persone che vivono delle diverse abilità, oltre che alle campagne interne ed esterne che mirano alla lotta alle discriminazioni, allo stigma, al superamento delle barriere sociali. Il nostro personale, volontario e non, è preparato e ha l'umiltà di capire, se non è preparato, di rivolgersi a dei colleghi che hanno frequentato i corsi di formazione. Parte della preparazione si affina poi sul terreno, svolgendo attività con colleghi più esperti e cercando di venire incontro alle diverse esigenze.

Abbiamo avuto, inoltre, richieste al nostro numero verde nazionale di persone che segnalavano l'esigenza, diffusa, di non essere lasciati soli in questo periodo, però siamo anche contenti del fatto che molto spesso le persone con disabilità hanno contattato il nostro numero verde semplicemente manifestando il bisogno uguale a quello degli altri sapendo che il Comitato territoriale di Croce Rossa avrebbe ascoltato, accolto e risposto alle specifiche necessità di ognuno. Questo ci ha dato grande riprova della fiducia che la gente ripone nella nostra associazione e questo ci porta a impegnarci sempre di più per mantenere alto quello che è il valore del nostro emblema.

L'intervista è disponibile nella versione integrale e sottotitolata sul nostro canale youtube Abili a proteggere. Niente di Speciale è la sezione del sito dedicato alle interviste della redazione Abili a proteggere, perché non esistono bisogni speciali ma specifiche necessità

Ringraziamo il Vice Presidente della Croce Rossa Italiana Rosario Maria Gianluca Valastro per la disponibilità dimostrata e l'ufficio stampa per la collaborazione. 

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Link utili e fonte immagine: Croce Rossa Italiana