Intervista a David Piccinini, direttore generale Protezione civile Regione Marche

Il 3 dicembre, in occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità, la redazione di Abili a Proteggere ha intervistato David Piccinini, direttore generale della Protezione Civile della Regione Marche

David Piccinini è il direttore generale della Protezione civile della Regione Marche e con lui abbiamo inaugurato un nuovo ciclo di interviste rivolte a tutte le strutture regionali di Protezione civile al fine di valorizzare il grande sforzo che queste fanno per rispondere alle esigenze di tutti i cittadini, incluse le persone con disabilità, coniugandole alle attività di protezione civile.

Con il geologo Piccinini abbiamo ripercorso le tappe più critiche della prima fase dell’emergenza sanitaria e abbiamo avuto modo di apprezzare le attività messe in campo dalla Regione Marche per far fronte a quelle che sono state le criticità riscontrate sul territorio e in particolare nei confronti delle persone con disabilità e della popolazione più vulnerabile, per poi passare a parlare di pianificazione e di buone pratiche con il progetto R.i.e.s.co. L'intervista sottotitolata è disponibile sul canale Youtube di Abili a proteggere.

“Se rimettiamo indietro le lancette dell'orologio - ci racconta - ci portiamo a quei giorni, febbraio del 2020, quando l'Italia pian piano si è chiusa in casa e, parallelamente, si è posto il problema grandissimo dell'assistenza alla popolazione. Qui il coinvolgimento della protezione civile e del volontariato di protezione civile: il Dipartimento nazionale ai vari livelli ha dato delle indicazioni per gestire questo tipo di emergenza e soprattutto a livello regionale e comunale è stata portata l'assistenza alla popolazione, attivata attraverso l'apertura dei Centri Operativi Comunali. In quel contesto i sindaci, le autorità locali di protezione civile, hanno dato assistenza a tutta la popolazione, ma in particolare hanno attivato la funzione specifica del tracciamento delle persone con disabilità, con problematiche di natura sanitaria e di natura sociale. C'è stato, quindi, uno sforzo per focalizzare l'attenzione ai più fragili. Abbiamo cercato di fare una cabina di regia regionale, al cui interno abbiamo il gruppo operativo regionale per le emergenze sanitarie, dove la componente di protezione civile si abbina con la componente sanitaria. In quel contesto ci siamo subito resi conto che una delle problematiche più forti erano quelle legate alla prossimità e alle persone fragili ed è per questo che abbiamo aperto un numero verde, che ha raccolto numerosissime richieste d'aiuto, anche di natura psicologica, tanto che molte di queste sono state trasferite ai Servizi di sanità mentale dell'azienda sanitaria unica regionale. Bisogna fare veramente un plauso a tutte le organizzazioni di volontariato che si occupano di materia sanitaria, che hanno questa sensibilità fortissima e sono state in grado di gestire questa la particolare situazione”.

Durante l'emergenza sanitaria avete utilizzato una comunicazione istituzionale comprensibile e accessibile? 

Mi viene da citare un unico esempio, tra gli interventi fatti in collaborazione anche coi servizi sociali della Regione: il progetto R.i.e.s.co, Reti Inclusive e Solidali per le Comunità del Terzo settore, in cui il Terzo settore si è messo in rete per cercare di rispondere ai bisogni primari delle persone più fragili. Anche in questo caso c'è stata una grande risposta e per pubblicizzare questo progetto abbiamo messo a disposizione su YouTube un video anche la spiegazione in Lis per non udenti. 

Quale Comune ha risposto in maniera più efficace ai bisogni più ricorrenti con vulnerabilità? 

Me ne viene in mente uno ma prima devo fare una premessa. Tutti i 225 Comuni nella regione Marche hanno aperto il Centro Operativo Comunale dedicato all’emergenza con le funzioni dedicate alle fragilità, anche su nostra sollecitazione e recependo le misure operative date dal Capo Dipartimento. Credo che tutti i sindaci svolgano il ruolo di autorità, in questo caso di protezione civile, anche con un mandato che va oltre il semplice compito, vengono coinvolti come persone e ci mettono un amore molto particolare.

C'è un caso particolare che secondo me va indicato nel comune di Porto Recanati, nella provincia di Macerata, dove un maxi condominio di circa 2.000 persone è abitato da persone con tantissime nazionalità. In quel contesto nell'estate 2020 si è sviluppato un focolaio. Il Comune di Porto Recanati, il sindaco e tutto il sistema sanitario hanno gestito questa situazione molto bene perché poteva veramente sfuggire di mano, invece la presenza di mediatori culturali, che hanno fatto capire l'importanza del monitoraggio, e l'individuazione dei casi positivi, ricordiamo che non c'era ancora il vaccino, hanno convinto le persone all'isolamento in situazioni di promiscuità molto difficili. Credo che questo caso probabilmente meriterebbe di essere studiato. 

La Regione ha adottato misure in materia di disabilità utili ai fini di protezione civile? 

Abbiamo redatto delle linee guida per la costruzione dei piani comunali di protezione civile, pensando che il livello comunale sia il livello più importante dove si deve tramutare in operatività tutta l'architettura istituzionale della gestione dell'emergenza. Nelle linee guida, nella delibera di giunta 765 del 2019, c'è un allegato che parla proprio dell’inclusione delle persone con disabilità nella pianificazione, questo proprio per un'attenzione particolare alle disabilità nel primo soccorso e poi nell'assistenza alla popolazione fino ad arrivare all'accoglienza ed anche alla continuità dei servizi a loro destinati. 

In caso di emergenza avete un database per reperire dati sulle persone con disabilità? 

Bisogna combinare tutte le normative che tutelano la privacy delle persone con la necessità di avere i dati che ci consentano di intervenire. Abbiamo pensato che il punto più corretto dove collocare questo equilibrio fosse proprio presso gli uffici anagrafe dei Comuni dove queste indicazioni sono riportate, dove determinati codici che le aziende sanitarie mettono per identificare particolari patologie possono emergere. Quindi non c'è un elenco unico a livello regionale, perché abbiamo pensato di collocare questa informazione laddove si esplica e si concretizza l'assistenza alla popolazione perché probabilmente lì c'è la miglior valutazione delle due necessità, delle due tutele, quella dei dati personali e quella di garantire un'assistenza equilibrata.

Quindi abbiamo queste informazioni, ma spacchettate per ogni singolo Comune per i motivi sopracitati.

Ringraziamo il geologo David Piccinini, direttore generale della Protezione Civile della Regione Marche, per la disponibilità e cortese collaborazione dimostrate.

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