Accessibilità su iOS, il parere di un gruppo di disabili visivi italiani

Abbiamo parlato  di accessibilità con i fondatori del gruppo NVApple.it, un progetto italiano che nasce da un connubio di esperienze, passioni e competenze legate all’uso dei prodotti di Cupertino che prevedono una serie di tecnologie assistive onboard
accessibilità

 

Nel nostro paese resta molto da fare per affrontare le problematiche dei disabili visivi. Si è molto parlato negli ultimi giorni di disabili visivi in seguito ad alcune polemiche (poi chiarite) nate da rimostranze di un’associazione statunitense di ciechi e ipovedenti la quale si sarebbe lamentata con Apple giacché questa non avrebbe sufficientemente spinto gli sviluppatori di terze parti a implementare nelle app per iOS funzioni per l’accessibilità. Abbiamo parlato della questione con i fondatori del gruppo NVApple.it, un progetto italiano che nasce da un connubio di esperienze, passioni e competenze legate all’uso dei prodotti di Cupertino che prevedono di serie tecnologie assistive onboard.

Da chi è formato il vostro gruppo e qual è lo scopo della vostra community?
Siamo sei persone non vedenti. Elena Brescacin, Vainer Broccoli, Simone Dal Maso, Gianluca Casalino, Alessio Lenzi e Vincenzo Rubano; siamo appassionati di informatica da molti anni e abbiamo deciso di creare questo portale per divulgare le nostre conoscenze in merito all’ambiente Apple, i cui prodotti desktop e mobili sono quelli che meglio supportano le esigenze dell’accessibilità. Siccome l’avvento del touch ha portato dei concetti nuovi rispetto all’informatica tradizionale, abbiamo ritenuto opportuno tentare di condividere le nostre risorse in modo tale che anche altri possano cercare di essere pienamente soddisfatti dei prodotti come lo siamo noi.

L’approccio di un disabile visivo verso dispositivi e sistemi operativi dovrebbe essere semplificato dagli strumenti di nuova generazione. Produttori hardware e sviluppatori software tengono conto delle vostre esigenze?
Dipende da cosa si prende in considerazione, a livello di hardware e software. Fino all’avvento di VoiceOver per Mac, i computer non avevano programmi apposta per i disabili visivi o, se c’erano, erano delle funzioni abbastanza ridotte per svolgere piccole operazioni di base; Windows ha sempre avuto per esempio bisogno di essere integrato con dei software screen reader a pagamento salatissimo. Negli ultimi anni sta iniziando a diffondersi il progetto open source NVDA, non visual desktop access, che migliora di versione in versione e si sta dimostrando un degno sostituto dei suoi concorrenti a pagamento; ma c’è sempre il problema che un computer, per ora, non è “pronto per noi” fin dall’unboxing. OS X ha risolto anche questa barriera.

Continua a leggere l'articolo

Fonte: macytinet

Link utili: NVApple.it

 Articoli correlati:

 Una webradio fatta da disabili visivi, per parlare di tecnologia a tutti