Regione Lazio: arrivano i percorsi sanitari per pazienti covid con disabilità

La Regione Lazio ha emanato il documento con le indicazioni operative per la presa in carico dei pazienti con disabilità non collaboranti in caso di Covid

La Regione Lazio ha emanato il documento con le indicazioni operative per la presa in carico, in caso di Covid, di persone con disabilità non collaboranti che è stato recepito il 24 dicembre dalle Aziende Sanitarie Locali.

Il provvedimento prevede tutele specifiche per le persone con disabilità cognitivo-comportamentale e/o neuromotoria che non collaborano alla prestazione sanitaria, contagiate da covid-19, o casi sospetti, per quanto riguarda la fase di accertamento diagnostico, di isolamento o quarantena e di ricovero presso reparti di degenza ospedaliera.

Sulla base delle indicazioni contenute nel documento dovranno quindi essere predisposti percorsi strutturati di presa in carico delle persone attraverso una collaborazione tra i Dipartimenti di prevenzione, i Distretti, i servizi che hanno già in carico la persona e i cargiver familiari.

Nello specifico la nuova disciplina stabilisce procedure dedicate per persone con disabilità cognitivo-comportamentale e/o neuromotoria contagiate da Covid-19 o presunte tali in riferimento alla somministrazione dei test diagnostici, all’eventuale periodo di isolamento o quarantena domiciliare, e al ricovero in bassa, media o alta intensità di cura in strutture territoriali Covid-19. 

Accertamento diagnostico

Nel documento viene stabilito che il test diagnostico deve essere effettuato a domicilio e la predisposizione di percorsi idonei alle esigenze dei destinatari nei drive-in e gli altri servizi in cui vengono eseguiti i test. Gli stessi possono essere eventualmente somministrati nella scuola del bambino o ragazzo, solo qualora sia stata individuata come sede di screening per tutti gli alunni. Quando l’intervento diagnostico viene svolto in ambiente sanitario, al fine di rendere meno traumatica l’esecuzione, dovrà essere garantito inoltre: un ambiente riservato a ridotto impatto di medicalizzazione; ridotta presenza di persone compatibilmente con le procedure; un approccio adeguato in relazione all’età e alla tipologia di esigenza. In tutti i casi è prevista la presenza e collaborazione del caregiver di riferimento mediante un raccordo con i servizi sanitari pubblici, mentre la procedura di sedazione va considerata come extrema ratio.

Isolamento o quarantena domiciliare

Qualora sia necessario l’isolamento o la quarantena al domicilio della persona o della sua figura assistenziale, o in altre strutture alberghiere laddove necessario, considerata l’eventuale necessità di individuare ulteriori risorse assistenziali, i servizi aziendali dovranno effettuare una più approfondita valutazione dei bisogni, ed individuare un case manager tra il personale che già segue la persona con funzione di coordinatore e facilitatore della presa in carico assistenziale in modo unitario. I servizi che conoscono e hanno in carico la persona possono anche fornire consulenze telefoniche o telematiche al caregiver e interventi di telemedicina o teleriabilitazione.

Allo stesso modo sono previste valutazioni e monitoraggio della condizione di salute da parte dei servizi sanitari (MMG, PLS, Coordinamenti Distrettuali COVID-19, SISP) attraverso l’utilizzo delle piattaforme e app già usate allo scopo, in particolare Lazio Doctor per COVID con il supporto del famigliare o altre figure impiegate nel setting assistenziale dell’utente.

Nel caso in cui questi sia sprovvisto degli strumenti adeguati a monitorare la sua condizione di salute, verranno utilizzati i kit di monitoraggio a distanza per Covid-19 messi a disposizione dalla Regione Lazio. Naturalmente i famigliari e il personale, per quanto possibile, dovranno adottare i consueti comportamenti per contrastare la diffusione del contagio del virus e usare gli opportuni DPI.

Il provvedimento della Regione Lazio disciplina inoltre l’ipotesi di isolamento presso strutture residenziali nelle quali sono ospitate persone che non collaborano alla prestazione sanitaria, prevedendo la presenza di un familiare o cargiver, «nei casi in cui il paziente non sia in grado di accettare o comprendere il motivo di tale isolamento.»

Ricovero Osservazione – bassa e media intensità di cura in area degenza Covid-19

Nelle fasi di trasporto e ricovero nelle strutture territoriali Covid-19 e in alta intensità di cura, se non risultano necessari interventi nel setting terapia intensiva, saranno previste misure specifiche per le «persone con difficoltà comportamentali» e/o neuromotorie attraverso la presenza del cargiver o, in sua sostituzione, di altro famigliare o personale socio sanitario o sociale. Tale presenza è in particolare consentita a bordo delle ambulanze e nella stanza di degenza, che dovrà quindi essere dotata di due letti.  Per i minori viene indicato come Centro di riferimento Covid-19 l’Ospedale pediatrico Bambino Gesù sede-Palidoro.

Viene inoltre stabilito che «In fase di accoglienza del paziente, il responsabile medico del reparto accettante deve valutare l’opportunità di confrontarsi con il centro di riferimento specialistico che ha o potrebbe avere in carico la persona per una consulenza clinica sul caso, al fine di evitare potenziali complicazioni durante la degenza derivanti dalla specifica patologia di base del paziente

Ricovero in alta intensità di cura

Anche qualora le condizioni di salute richiedano l’attivazione del setting “Terapia Intensiva”, nei momenti di non sedazione e svezzamento dal respiratore, sarà consentita la presenza del cargiver di riferimento.

Strutture sanitarie della Regione Lazio con servizi già attivi

 Tra le iniziative già esistenti sul territorio della Regione Lazio da segnalare il Progetto TOBIA "Team Operativo Bisogni Individuali Assistenziali", attivo da diversi anni presso l'Azienda Ospedaliera San Camillo-Forlanini di Roma che opera all'interno della Rete DAMA "Disabled Advanced Medical Assistance", attraverso il quale recentemente è stato attivato un servizio per la somministrazione dei test COVID per le persone con disabilità complessa intellettivo/relazionale.
Inoltre presso la ASL RM 2 – Casa della Salute “S. Caterina delle Rose” (Distretto 5) è operativa da diversi anni l’equipe del progetto “Curare con cura”, figure professionali formate in grado di accogliere le persone con disabilità e di offrire l’accesso e la fruizione della prestazione sanitaria anche in regime domiciliare.

Fonte: Fish Lazio

Link utili: Regi.ne LazioFish Lazioindicazioni operative per la gestione e presa in carico di persone con disabilità cognitivo-comportamentale e/o neuromotoria non in grado di collaborare alla prestazione sanitaria che sono casi sospetti o confermati di COVID-19, Azienda Ospedaliera San Camillo - ForlaniniCasa della Salute S. Caterina delle Rose, Asl Roma 2, Rete DAMA, Progetto curare con cura

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