UICI Napoli: presentazione di nuove tecnologie per la disabilità visiva

La sezione provinciale di Napoli dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti presenta, presso l’Istituto Paolo Colosimo, nuovi ausili per ipovedenti e non vedenti
problem solving per tecnologie per la disabilità visiva

Tre importanti appuntamenti promossi dalla Commissione Ausili, Nuove Tecnologie e Accessibilità dell’UICI Provinciale di Napoli (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti): avranno luogo il 28 settembre, 30 settembre e 19 ottobre con l’obiettivo di presentare alcuni nuovi ausili studiati specificamente per l’autonomia delle persone con disabilità visiva.

La sede scelta dall’UICI per gli incontri, lIstituto Paolo Colosimo (Via Santa Teresa degli Scalzi), struttura per l’avviamento alla scolarizzazione e al lavoro dei giovani privi della vista fondata nel 1892, inizialmente come filiale della Società Nazionale Regina Margherita Pro Ciechi, oggi è una struttura a beneficio di studenti del mezzogiorno che possono trovare convitto, laboratori e sport, tutto a misura delle peculiari esigenze richieste dalla minorazione visiva. 

L'appuntamento del 28 settembre, ore 10-13 e 15-18, sarà dedicato a “Horus”, dispositivo realizzato per assistere la persona nella lettura dei testi e nel riconoscimento di oggetti e volti, oltreché per descrivere foto e scenari. Si richiede una prenotazione entro il 22 settembre.

Il 30 settembre alle ore 10 sarà presentato il Bastone Elettronico Lions (BEL): un bastone elettronico dotato di un software in grado di rilevare mediante segnali vibranti gli ostacoli fino a 1 metro di distanza. 

Il 19 Ottobre dalle ore 11 alle 13.30 si effettuerà la dimostrazione del braccialetto sonoro Abbi, ideato dai ricercatori dell'Istituto italiano di Tecnologia di Genova (IITG). Per esempio, un bambino non vedente quando muove la mano non ha coscienza del movimento che compie nello spazio: se al polso indossa un braccialetto sonoro inizia invece a prenderne coscienza, e se il braccialetto viene indossato anche dai genitori o dagli amici, il bimbo riesce a capire come si muovono e a interagire meglio con loro.

Tecnologie per la disabilità visiva

horus:  tecnologie per la disabilità visiva

Horus è un dispositivo composto da una cuffia indossabile con telecamere e da una parte tascabile, contenente un processore e una batteria di lunga durata. Una volta indossata la cuffia, la persona attiva le diverse funzionalità grazie a pulsanti facilmente individuabili, di forme diverse, presenti sia sulla parte indossabile sia su quella tascabile. Il dispositivo Horus legge testi, anche su superfici non piatte; apprende e riconosce i volti delle persone, avvisando in automatico quando si incontra qualcuno di noto; riconosce oggetti dei quali, una volta inquadrati (il dispositivo aiuta l’utente a centrare l’oggetto tramite indicazioni sonore), impara l’aspetto. Grazie alla percezione 3D, è poi in grado di riconoscere lo stesso oggetto da qualsiasi angolazione; e ancora, avverte la persona in caso di ostacoli lungo il cammino, tramite un software che converte gli input visivi in istruzioni verbali; infine, descrive foto e scenari.

Bastone Bel: tecnologie per la disabilità visiva

Il Bastone Bel è basato su un sensore ad ultrasuoni che trasmette un segnale vibrante alle dita per rilevare gli ostacoli: le sensazioni percepite, i suoni, la conoscenza dell’ambiente circostante attraverso il racconto degli altri vengono così integrati da questo ausilio, che permette alle persone non vedenti e ipovedenti di orientarsi autonomamente nello spazio circostante per lo svolgimento delle attività quotidiane. Il principio è molto semplice dato che è lo stesso che usano i pipistrelli in natura, i radar in aviazione, ormai tutte le recenti automobili quando sono in retromarcia, le attuali macchine fotografiche per mettere a fuoco l'immagine. Basta "lanciare un segnale" in avanti e misurare se ritorna indietro, di rimbalzo e riflesso, un altro segnale: vuol dire che di fronte, ad una certa distanza, vi è un ostacolo.  
Le modalità di input possono essere diverse: si possono usare “segnali” di diversa natura quali raggi infrarossi, laser, ultrasuoni, ecc. Ed il tempo che il segnale impiega a ritornare indietro, di rimbalzo, fornisce la misura della distanza che intercorre fra l’apparecchiatura e l’ostacolo. Occorre quindi decidere come comunicare al cieco la presenza di un ostacolo. Due i sistemi: una vibrazione (segnale tattile) oppure un suono (segnale acustico). Si preferisce, in genere, la vibrazione poiché è talora difficile, in ambienti rumorosi quali le nostre strade o luoghi affollati, percepire bene il suono dell’apparecchiatura. Inoltre, le persone non vedenti utilizzano spesso l’udito per raccogliere preziose informazioni sull'ambiente che le circonda, ed un segnale sonoro in più, emesso dall'apparecchiatura, potrebbe interferire con tale esigenza. È anche nota la maggiore sensibilità tattile che si acquisisce quando, ad esempio, si è seguito un corso di linguaggio Braille.

braccialetto Sonoro ABBI, Audio Bracelet for Blind Interaction: tecnologie per la disabilità visiva

Il braccialetto Sonoro ABBI, Audio Bracelet for Blind Interaction è in grado di consentire ai bambini non vedenti di migliorare la percezione spaziale, sociale e motoria fin dai primi anni di vita. Nasce tre anni fa dall'omonimo progetto coordinato da Monica Gori, psicologa e ricercatrice del Dipartimento di Robotica, cervello e scienze cognitive dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT), presto sarà immesso sul mercato.

ABBI nasce dalla volontà di creare nuovi sistemi tecnologici di riabilitazione pensati esclusivamente per bambini non vedenti“, racconta Gori. “In confronto a molti altri dispositivi in commercio ABBI non richiede l’apprendimento di un nuovo linguaggio, ma l’ascolto di un semplice segnale sonoro che consente al bambino di sapere come si muovono nello spazio sia il proprio corpo che quello degli altri. Provate a muovere una mano davanti a voi, avendo gli occhi aperti: riuscirete a percepirne il movimento grazie alla vista. In seguito, chiudete gli occhi e continuate a muovere la mano. Di certo, non potrete scorgerne il movimento ma avrete la percezione della sua presenza davanti a voi. Ora immaginate che il vostro braccio, mentre effettuate la manovra, emetta un suono. Così, anche ad occhi chiusi, sarà più facile percepirne la posizione. Questo è esattamente ciò che fa ABBI: grazie all'emissione di un segnale acustico, fa si che il bambino non vedente riceva un feedback sensoriale relativo al movimento compiuto nello spazio.”.

Fonti: Superando, Evento UICI NapoliAgora VoxOggiscienza 

Link Utili: ABBI ProjectBastone Lions BelIstituto Italiano di TecnologiaHorusUnione Italiana dei Cecchi e degli Ipovedenti- Sezione di NapoliLions Club Italia