Convegno “Tecnologie per la Disabilità e Fragilità”: ricerca e istituzioni insieme per la disabilità

Il Convegno Tecnologie per la Disabilità e la Fragilità, svolto presso l'ISS il 21 e 22 maggio a Roma, vuole definire un network di collaborazione tra ricerca e istituzioni in favore delle persone con disabilità
disabilità tipologie

Il Convegno Tecnologie per la Disabilità e la Fragilità si è svolto il 21 e 22 maggio a Roma presso la sede dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ed è stato organizzato dal Centro Nazionale Tecnologie innovative per la Sanità Pubblica (TISP). Gli obiettivi del convegno:

  • studiare come l’innovazione tecnologica possa sostenere le persone con disabilità e fragilità;
  • aprire un confronto tra medici, tecnologi, ingegneri clinici e categorie professionali coinvolte nella gestione dei servizi socio-sanitari con l’obiettivo principale di informare, sensibilizzare e rendere fruibili tecnologie esistenti e fornire informazioni in merito a tecnologie emergenti di nuova generazione a sostegno della disabilità e della fragilità;
  • Consentire agli operatori del settore di modulare le esigenze di questa categoria di persone attraverso l’ascolto di testimonianze dirette;
  • Creare una rete di supporto tra la popolazione e il mondo scientifico

Da quando l’innovazione delle tecnologie si è diffusa, si è spostata significativamente in avanti la soglia d’età in cui si concentra la maggior probabilità di manifestare patologie tipiche dell’anziano. Nuovi farmaci, mezzi diagnostici, dispositivi medici e tecnologie della comunicazione e dell’informazione hanno contribuito a un guadagno netto di vari anni nella qualità della vita in una popolazione che invecchia sempre di più.

Il presidente dell’ISS, Walter Ricciardi, nel suo indirizzo di saluto al convegno sottolinea come sia “importante non dimenticare che queste tecnologie devono sempre essere al servizio delle persone e che per questo “l’Istituto si è fatto parte attiva per creare una rete in collaborazione con il Ministero della Salute, l’Inail, la Regione Lazio, il Comune di Roma e i Centri di ricerca più attivi nelle tecnologie avanzate”.

La necessità di una rete tra tutti gli attori coinvolti a diverso titolo è sottolineata anche da Mauro Grigioni, direttore del Centro TISP e organizzatore del convegno insieme a Paola Meli. “È necessario che l’Istituto faccia da ponte tra la ricerca e la sua applicazione nella società, perciò va creato un network tra le associazioni, che rappresentano i bisogni della popolazione, la ricerca scientifica, che può trovare soluzioni a quei bisogni, e le istituzioni, che possono garantire la trasferibilità delle soluzioni tecnologiche. Insomma bisogna mettere a sistema tante esperienze fin qui realizzate”.

E gli esempi di queste tecnologie non mancano. “Non si tratta solo di tecnologie mediche, ma anche di quelle che favoriscono l’inclusione sociale" – spiega Grigioni. - "Insieme al Comune di Roma stiamo studiando come ridurre i problemi di mobilità, attrezzando i semafori con un comando che allunghi i tempi di attraversamento pedonale per i disabili o gli anziani fragili. Oppure stiamo lavorando sull’utilizzo della realtà aumentata per varie disabilità, per esempio per l’Alzheimer. In casa un malato potrebbe muoversi più agevolmente indossando occhiali per la realtà aumentata. All’esterno, invece, può essere guidata per recarsi in un luogo, orientarsi in un ufficio o tornare a casa, come se avesse un navigatore”.

Nell’ambito della disabilità, una situazione ancora più delicata la vive chi è da solo. Per loro la tecnologia può fare la differenza. “Per queste persone bisogna superare i problemi di comunicazione e monitoraggio. La telemedicina è fondamentale a questi scopi, non solo aiuta la cura a domicilio, ma permette maggiore inclusione sociale assicurando la comunicazione.”

Il presidente Ricciardi ha rilevato che i concetti chiave del convegno sono l’accessibilità alle soluzioni tecnologiche e la loro fruibilità. Uno dei problemi da affrontare, infatti, è quello di insegnare ai disabili o agli anziani fragili l’uso delle tecnologie innovative. “La formazione dei mediatori è fondamentale – sottolinea Grigioni. - Vanno formati tutti coloro che sono addetti alle cosiddette cure informali, cioè badanti, familiari, amici, vicini di casa, così come un aiuto fondamentale può venire dai medici di medicina generale. Però non va escluso il ricorso a soluzioni più tradizionali, come televisione e telefonia fissa, per i pazienti più anziani non ancora alfabetizzati nelle tecnologie digitali”.

Fonte: Democratica, ISS

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