Radiobase intervista Abili a Proteggere

Abili a proteggere collabora all'interno del Dipartimento della Protezione Civile da anni, ma quali sono i progetti di questo gruppo di lavoro? Chi è la Cooperativa Sociale Europe Consulting Onlus? Leggiamo ed ascoltiamo quanto è stato chiesto alla coordinatrice del gruppo di lavoro, intervistata da Fabio Violante di Radiobase all'interno del programma Gente come noi

 

1) Abili a proteggere è un progetto della cooperativa sociale Europe Consulting Onlus. Come nasce la vostra collaborazione con il Dipartimento di Protezione Civile?

La Europe Consulting ONLUS, Cooperativa Sociale integrata di tipo A e di tipo B, si occupa di inserimento lavorativo di persone appartenenti alle categorie protette tra cui le persone disabili, di inclusione sociale di persone in stato di marginalità e di informatica per il sociale.

La Cooperativa è impegnata da anni con il Dipartimento della Protezione Civile proprio nel coinvolgere le persone con disabilità nelle attività istituzionali. Il percorso inizia già nel 2004 quando il Dipartimento e la Cooperativa danno vita ad un progetto di ricerca e di inserimento lavorativo di persone disabili presso l’Ufficio Stampa, questo progetto si chiama “Abili a proteggere”.

La creazione di un gruppo di lavoro che possa confrontarsi con il mondo della disabilità è stato molto voluto dal Dipartimento per tutelare i diritti di tutte le persone, incluse le persone con disabilità in emergenza: è con questa idea che nasce un gruppo di lavoro dedicato a coniugare i due mondi di protezione civile e disabilità.

Il gruppo di lavoro inizia ad operare nell'agosto del 2011 presso la sede operativa del Dipartimento a Roma, dove il personale della Europe Consulting intraprende questo percorso lavorativo nuovo in collaborazione con gli uffici del Dipartimento.

Questo progetto è molto interessante, perché vuole integrare le conoscenze degli operatori esperti di protezione civile e i lavoratori con specifiche disabilità, che sono portatori di una forma particolare di conoscenza che deriva proprio dall'esperire in prima persona dei bisogni connessi alla condizione specifica che vivono quotidianamente.

Perché parliamo di disabilità? Perché è un tema che necessita di grande attenzione dal momento che nel mondo il 15% della popolazione vive con disabilità, in Italia il 5%, e poi ricordiamo che nelle emergenze sono proprio le persone con disabilità quelle più a rischio.

2) Quali sono le attività principali di Abili a proteggere?

I nostri compiti sono trasversali e toccano diversi aspetti del grande mondo della protezione civile, passiamo dalla comunicazione, alla formazione, fino alla prevenzione e al soccorso. Per esempio, ci preoccupiamo che i contenuti del sito web del Dipartimento siano accessibili. Oppure collaboriamo alla formazione dei volontari della campagna Io non rischio sui temi della disabilità. - Io non rischio è una campagna di comunicazione nazionale del Dipartimento sulle buone pratiche di protezione civile e di informazione sui rischi alluvione, maremoto e terremoto. - Inoltre un’altra attività dedicata alla formazione dei volontari riguarda i campi scuola: da qualche anno è proprio la cooperativa a presentare le attività del Dipartimento a studenti con disabilità cognitiva, in particolare sindrome di Down e autismo, che partecipano ai campi estivi organizzati dalle associazioni di volontariato.

In parallelo, svolgiamo anche attività di networking con associazioni di categoria, per favorire lo scambio e il dialogo con questa istituzione così importante: abbiamo collaborato, infatti, a coordinare diversi tavoli di lavoro con le associazioni di categoria per rilevare i bisogni di persone con disabilità, con il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco per confrontarci sulle tecniche di soccorso alle persone con disabilità e con il mondo del volontariato per capire come supportano le persone con disabilità in emergenza. 

Abbiamo anche voluto conoscere, questo è uno dei compiti del nostro osservatorio, come il tema della disabilità è affrontato dai responsabili di protezione civile a livello locale. Ci interessava anche capire la presenza di misure dedicate alle persone con disabilità nei piani di emergenza e quali integrazioni ci sono con gli attori locali che si occupano delle emergenze. Abbiamo svolto delle indagini, in particolare con un campione di 400 Comuni, con tutti gli Uffici provinciali e con le Associazioni Nazionali che appartengono alla Consulta Nazionale del Volontariato di protezione civile. Effettivamente queste indagini non hanno avuto un risultato molto incoraggiante e questo conferma ancora di più l’importanza del lavoro che la nostra cooperativa svolge insieme al Dipartimento per tenere alta l’attenzione su questi temi. Di parallelo poi c’è tutto il tema del soccorso: in questo le strutture operative della protezione civile, soprattutto i Vigili del Fuoco, sono all'avanguardia. 

Noi collaboriamo sia in attività di pianificazione nelle esercitazioni, sia prestandoci nelle attività di soccorso, per testare le procedure. Poi, grazie al confronto con le associazioni e alla partecipazione alle esercitazioni, è nata la necessità di raccogliere i dati e le specifiche necessità nelle aree di accoglienza delle persone con disabilità da parte di personale qualificato, grazie ad una scheda di rilevazione, che abbiamo elaborato con il Servizio emergenza sanitaria e assistenza alla popolazione, ancora in fase di sperimentazione. Questa scheda è stata testata in varie esercitazioni a cui abbiamo preso parte, e in particolare anche nell'esercitazione internazionale Twist, che ha avuto luogo nel 2013 proprio in Campania, e nell'ambito di questa esercitazione abbiamo organizzato scenari esercitativi dedicati alle persone con disabilità uditiva, cognitiva e motoria.

3) Che cos'è l’Osservatorio disabilità e protezione civile?

La Cooperativa ha realizzato, in collaborazione con il Servizio comunicazione e relazioni con il pubblico del Dipartimento, un sito web Abiliaproteggere.net, che ha un duplice scopo: da una parte raccontare le attività che svolgiamo all'interno del Dipartimento, dall'altra raccogliere le esperienze di Associazioni di Volontariato, Associazioni di Categoria, Regioni ed enti locali, che intraprendono iniziative per coniugare le esigenze delle persone disabili con le attività di protezione civile. Pertanto invitiamo gli ascoltatori a segnalarci iniziative su disabilità e protezione civile. Realizzeremo poi, nel corso del 2016, delle interviste ad associazioni e ad enti proprio per approfondire questa tematica. Queste interviste verranno poi pubblicate all'interno del sito e sui canali social.

4) Qual è il vostro ruolo nelle attività di prevenzione e di pianificazione in emergenza e in che modo le persone con disabilità devono essere coinvolte?

Fondamentale il ruolo attivo delle persone con disabilità come operatori di protezione civile: è importante, infatti, che entrino a far parte delle attività di pianificazione di emergenza, condividendo con il Comune di appartenenza le proprie esigenze e partecipando ad attività informative sui rischi ed esercitative.

Proprio nell'ottica del coinvolgimento delle persone con disabilità, il Dipartimento ha incontrato le associazioni di categoria per rilevare i bisogni, come abbiamo poc'anzi detto, ora sta svolgendo un’attività di analisi e ricerca e nell’arco di quest’anno ha in programma di coinvolgere nuovamente le associazioni per definire insieme un documento che riguarda la tutela dei diritti delle persone con disabilità in emergenza.

Riguardo al ruolo attivo delle persone con disabilità mi sento di dare un'indicazione alle persone dirette interessate e anche ai familiari: essere pro-attivi nella fase di pianificazione. Tutti i cittadini, incluse le persone con disabilità, possono, e forse hanno anche il compito, di informarsi sui rischi presenti nei luoghi che frequentano, possono recarsi in Comune per informarsi sul piano di emergenza e si possono autosegnalare. Questo è molto importante per le persone con disabilità, che possono anche fare un proprio piano di emergenza, e, se ne hanno la possibilità, provvedere ad installare segnali di allarme adatti alla specifica disabilità, per esempio acustici, ottici, tattili e mettersi in contatto con le associazioni di categoria e/o di volontariato.

Una cosa importante è creare una rete di supporto che è costituita dalle persone che frequentiamo, da amici, familiari, che sono le persone che in caso di emergenza ci possono supportare e aiutare.

5) Quali sono i prossimi progetti di Abili a proteggere?

Per quest’anno abbiamo l’intenzione di realizzare nuovi materiali di comunicazione sui rischi, in supporto ovviamente al Dipartimento, materiali accessibili alle persone con disabilità, e di continuare il lavoro sull'accessibilità degli strumenti di comunicazione on line del Dipartimento, nello specifico quest’anno ci occuperemo proprio del sito della campagna Io non rischio.

Un’altra attività che ovviamente abbiamo già iniziato a fare su cui puntiamo molto è proprio il coinvolgimento e la sensibilizzazione degli attori locali che lavorano insieme sulla pianificazione, assistenza e soccorso delle persone disabili in emergenza.

Infatti il nostro obiettivo è di monitorare, raccogliere e promuovere proprio le buone pratiche, grazie anche a delle interviste, come abbiamo detto prima, che la redazione del sito Abiliaproteggere raccoglierà e promuoverà sia all'interno del sito che sui canali social Facebook, Twitter e Youtube, che sicuramente nel corso dell’anno implementeremo.

6) Come contribuire alla attività di Abiliaproteggere?

Dunque un invito che diamo a tutti, e soprattutto a chi si occupa di disabilità e protezione civile, è di mandarci via mail all'indirizzo [email protected] materiale, progetti, interviste, documentazione e noi saremo felicissimi di promuovere queste attività sul nostro sito e sui canali social. Grazie

Ascolta l'intervista andata in onda il 29 febbraio 2016 alle 21.00.

Fonte: Radio Base, Redazione

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